Borges rock’n’roll

Jorge Luis Borges (1899-1986) e Maria Kodama

Madrid, Hotel Palace. Nella hall sono seduti Jorge Luis Borges e la sua compagna, Maria Kodama. Stanno per uscire a cena fuori. Maria Kodama nota avvicinarsi un uomo. E’ Mick Jagger. Il cantante s’inchina e stringe la mano di Borges. «Maestro, io la ammiro». Dice di aver letto tutti i suoi libri. Lo scrittore resta un po’ interdetto. Non può vedere bene il suo interlocutore. «Chi è lei, signore? », chiede. «Mi chiamo Mick Jagger». «Ah, uno dei Rolling Stones». Jagger quasi sviene. «Come maestro, lei sa chi sono?» «Sì, grazie a Maria», ammette il poeta. «Adorava gli Stones, e diceva che avevano una forza incredibile», ricorda la Kodama. Lei gli aveva raccontato che in Performance di Nicholas Roeg, esordio cinematografico di Jagger, appare una sua grande foto. Nel film, peraltro, Borges viene citato spesso.

Jagger in Performance (1967). Attenzione al quadro alle sue spalle…

Non conosciamo la data dell’incontro tra Jagger e Borges. Ma, stando a quanto racconta la sua vedova ed erede, il rock – Beatles, Stones, Pink Floyd: «cose divertenti», le chiama lei –  ha tenuto compagnia a Borges fino agli ultimi anni. Il grande letterato usava festeggiare i compleanni – ricorrenza che non amava – con The Wall dei Pink Floyd. «Il film era orribile, ma l’abbiamo visto un’infinità di volte. A un certo punto, credo avesse imparato a memoria i dialoghi», confida la Kodama. «Quel tipo di musica gli piaceva, perché diceva che era una cosa di enorme potenza. Terribile, però vitale». Ottima definizione.

«Non so come Borges abbia scoperto The Wall», confessa Maria Kodama

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